“Manuel, il giovane seminarista dallo strano sguardo segue Cristo così da vicino, in modo così peculiare che non è sempre possibile distinguerlo dall’oggetto del suo zelo appassionato. Tanto anomalo quanto il paese oscuro, fremente “Manuel, il giovane seminarista dallo strano sguardo segue Cristo così da vicino, in modo così peculiare che non è che l’ha generato, Manuel è il figlio di una donna messicana purosangue – Maria dagli occhi rossi – e un giovane contadino tormentato.
Lo animano tre forze, forze che in chiunque tranne un vero messicano prenderebbero fuoco: una fervente cristianità, un ugualmente ardente credenza nelle antiche deità cristiane, e il fuoco del militante rivoluzionario, che l’autore suggerisce essere, nella sostanza, cristiano. Per Manuel queste sono le stesse – oscuri, indistruttibili legami con il tempo, la nascita e la morte. E Manuel vive la sua vita, esternamente ricettivo alle influenze straniere di Città del Messico, senza mai dimenticare la lezione insegnatagli dal suo amico, un venditore ambulante itinerante e fanatico religioso, e poi, avendo violentato una ragazzina, si lascia incatenare a una croce dove come figura rituale dovrà restare tutta la notte. Il narratore va sulla collina per liberarlo, ma lui è già liberato, e, cullato tra le braccia di uno straniero alto, scompare nella notte messicana, cioè, a quanto si sa, per l’eternità.
Un intricato disegno di omosessualità, mondanità e comunismo cattolico permeano questo romanzo poetico in cui in alla fine è il Messico – profondo, torbido, inconoscibile – il vero eroe. Una storia sconcertante, stupendamente scritta dall’autore di The little Valley of God, ma troppo oscura per il gradimento popolare.”
Qui l’articolo originale in inglese, tratto da Kirkuksreviews, 1958
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